Il Cigno Nero di Darren Aronofsky ( dvd e b-ray )
giugno 24, 2011 at 4:33 pm alphavillepc2 Lascia un commento
Il Cigno Nero (Black Swan) potrebbe essere descritto come la versione lisergica de La pianista, ambientato nel mondo della danza classica, una miscela virata al dark di un paradigma classico di nevrosi che non segue le orme gelide di Michael Haneke, ma quelle del perturbante e dell’inconscio.
Il suo regista Darren Aronofsky (The Wrestler, Requiem for a Dream) ha il pregio dell’originalità e del solipsismo, di inseguire progetti che ogni volta appaiono incuranti di critiche ed elogi, nonché della ricerca di un percorso personale facilmente etichettabile o di una cifra stilistica riconoscibile.
Ogni suo film è una sorpresa, anche se nonostante la sua rarefatta produzione comincia ad affacciarsi un tema ricorrente, quello della ricerca (psicopatologica) della perfezione, affrontato da prospettive inattese.
La trama è un gioco a carte scoperte, versione moderna della storia de Il lago dei cigni, con qualche rimembranza di Eva contro Eva, costruita in modo preciso e circolare, lasciando poco margine per colpi di scena. Tuttavia il regista sceglie di disorientarci e imposta la pellicola come un sogno lucido, lasciando irrompere l’allucinazione nella realtà.
La commistione visiva angosciante che viene creata, la dialettica isterica dei protagonisti (la madre iperprotettiva, il luciferino coreografo che seduce, la disinibita compagna che libera pulsioni erotiche, lo specchio oscuro rappresentato da Winona Ryder in cui si riflette il rischio del proprio fallimento) e una sessualità esplicitamente rappresentata (molestie, lesbismo), trascinano lo spettatore in una spirale di tensione.
Ne Il Cigno Nero il climax di ansia cresce gradualmente fino al confronto finale, quando si resta appesi a una sensazione di tragedia imminente, a un filo teso tra il successo del cigno bianco e il prevalere del cigno nero, dopo sequenze di autolesionismo, violenza e mutazioni fisiche atte ad aumentare confusione e disagio, simboliche e leggibili, quanto di sicura efficacia e sgradevolezza.
Black Swan è un percorso mentale, meno forzato ed ellittico di esempi analoghi, ed è in questo nucleo di costruzione razionale, all’interno di una cornice di follia, che risiede l’elemento (ironicamente) tragico che rende il film tanto prevedibile da una parte, quanto collegabile a grandiosi esempi di dramma e cinismo quali il già citato Eva contro Eva o Viale del tramonto.
Una nota aggiuntiva è doverosa per il cast, perfetto nei classici ruoli di contorno. Barbara Hershey, sempre a un passo dall’esplodere in grida. Vincent Cassel (Ocean’s Thirteen, Il patto dei lupi, Satan), quasi insuperabile nella sua torva sensualità. Mila Kunis (Codice: Genesi,American Psycho 2), premiata al Festival di Venezia. La già citata autodistruttiva Winona Ryder. Sopra tutti loro svetta la complessa e camaleontica interpretazione di Natalie Portman (V per Vendetta), innocente, quanto mostruosa.
Lenny Nero (www.latelanera.com)
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